Salomon Resnik e l’indagine sull’identità
In ricordo dell’incontro con lo psicoanalista argentino di fama internazionale
Medico e psicoanalista, Salomon Resnik è stato fortemente presente nel dibattito culturale europeo e italiano. Per molti anni ha svolto la sua attività tra Parigi e Venezia.
L’AREL gli rende omaggio attraverso l’intervista che lo studioso rilasciò per il numero della nostra rivista dedicato al tema dell’onestà.
Professore, questo numero della nostra rivista è dedicato al tema dell’onestà. Cosa le suggerisce questo termine di primo acchito?
Il termine onestà risulta secondo me un po’ formale, viene da honor, onore, quindi invita al narcisismo e talvolta all’arroganza (se si parla in prima persona). È un termine legato all’etica, a un discorso da ethos a ethos: propone un dialogo con l’altro ma contemporaneamente con se stessi. È difficile e complesso ragionare su un’etica inconscia e sulla possibilità, o le difficoltà, di collegarla con la coscienza lucida in un contesto dialogico. Mi viene in mente The Importance of Being Earnest, dove Oscar Wilde propone un confronto tra la persona chiamata Ernest, protagonista dell’opera, e l’aggettivo earnest, onesto. Il protagonista si chiama in realtà Jack, ma si finge Ernest quando dalla campagna si sposta in città, per potersi sentire più libero.
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