East n. 7, tutti i volti dell’Europa

Due processi distinti e  talvolta convergenti, che però sempre più spesso negli ultimi anni hanno intrapreso direzioni alternative, oppure proceduto a velocità diverse. Da un lato, l’integrazione delle istituzioni comunitarie: faticosa e accidentata, scandita da frequenti battute d’arresto e da sporadiche e inattese accelerazioni. Dall’altro, quella della società civile e della sussidiarietà, degli studenti e degli operatori economici, che va avanti nonostante la crisi dell’Europa ufficiale e la sua difficoltà a farsi finalmente Unione politica dei popoli e degli Stati.  Sincronizzare i due processi costituisce uno degli obiettivi più difficili da realizzare per l’Ue del prossimo futuro. Su questo tema, e sulle sue implicazioni in termini di crescita non solo economica del vecchio continente, si sofferma il numero di dicembre 2005 della rivista «East», il periodico realizzato con il contributo dell’Arel, in vendita da gennaio nelle migliori librerie.

Due processi distinti e  talvolta convergenti, che però sempre più spesso negli ultimi anni hanno intrapreso direzioni alternative, oppure proceduto a velocità diverse. Da un lato, l’integrazione delle istituzioni comunitarie: faticosa e accidentata, scandita da frequenti battute d’arresto e da sporadiche e inattese accelerazioni. Dall’altro, quella della società civile e della sussidiarietà, degli studenti e degli operatori economici, che va avanti nonostante la crisi dell’Europa ufficiale e la sua difficoltà a farsi finalmente Unione politica dei popoli e degli Stati.  Sincronizzare i due processi costituisce uno degli obiettivi più difficili da realizzare per l’Ue del prossimo futuro. Su questo tema, e sulle sue implicazioni in termini di crescita non solo economica del vecchio continente, si sofferma il numero di dicembre 2005 della rivista «East», il periodico realizzato con il contributo dell’Arel, in vendita da gennaio nelle migliori librerie. Alla difficile evoluzione istituzionale dell’integrazione comunitaria fa poi da contrappeso la trasformazione, altrettanto complessa, della società europea. In copertina richiamo emblematico alla questione dell’identità islamica, da analizzare – avverte Khaled Foud Allam – al di là delle lenti deformanti delle ideologie, e soprattutto cercando di capire meglio opinioni e aspirazioni del mondo islamico, attraverso ad esempio il primo rapporto mondiale su «Islam e democrazia», presentato a Venezia lo scorso settembre e commentato sulla rivista da Andrew Kohut. E proprio a proposito di democrazia e modernità, sferzante è il monito del grande intellettuale slavo Pedrag Matvejevic che, di fronte alle difficoltà dell’attuale fase, mette tutti in allerta contro i rischi della cosiddetta «democratura». Vale dire, contro i pericoli della caricatura – in tutte le varianti espresse dalla multiforme storia europea – della democrazia. Sul piano più propriamente economico, infine, la rivista riserva, come di consueto,  ampio spazio ai temi della competitività e dell’innovazione. Il dossier di questo numero è dedicato nella fattispecie al rilancio del made in Italy, con un intervista al presidente di Confindustria Montezemolo e  interventi, tra gli altri, di Fabrizio Onida, Adolfo Urso, Giuseppe Scognamiglio e Lapo Pistelli.