«L’intelligenza s’industria», in libreria il nuovo volume della collana Arel-Il Mulino

Di innovazione si è parlato, in questi anni, un po’ in tutte le salse. Con differenti intensità e magari anche da diverse angolature politiche essa è stata, comunque, indicata di volta in volta come panacea di tutti i mali dell’economia italiana, fattore determinante per uscire dal declino, chiave di volta per provare ad affrontare con successo le sfide della globalizzazione e della rivoluzione tecnologica. Andrea Bonaccorsi e Andrea Granelli – rispettivamente professore ordinario di Economia e Gestione delle imprese presso l’Università di Pisa e consulente di direzione esperto di nuove tecnologie – hanno provato a delineare della questione un quadro originale e meno ancorato a questi, pur plausibili, luoghi comuni. Il loro volume L’intelligenza s’industria. Creatività e innovazione per un nuovo modello di sviluppo – pubblicato nel mese di febbraio per la collana Arel-Il Mulino – prova, appunto, ad andare oltre le formule già sentite in materia, indicando, provocatoriamente ma con il supporto di analisi e dati empirici, un’inedita ricetta di sviluppo.

Di innovazione si è parlato, in questi anni, un po’ in tutte le salse. Con differenti intensità e magari anche da diverse angolature politiche essa è stata, comunque, indicata di volta in volta come panacea di tutti i mali dell’economia italiana, fattore determinante per uscire dal declino, chiave di volta per provare ad affrontare con successo le sfide della globalizzazione e della rivoluzione tecnologica. Andrea Bonaccorsi e Andrea Granelli – rispettivamente professore ordinario di Economia e Gestione delle imprese presso l’Università di Pisa e consulente di direzione esperto di nuove tecnologie – hanno provato a delineare della questione un quadro originale e meno ancorato a questi, pur plausibili, luoghi comuni. Il loro volume L’intelligenza s’industria. Creatività e innovazione per un nuovo modello di sviluppo – pubblicato nel mese di febbraio per la collana Arel-Il Mulino – prova, appunto, ad andare oltre le formule già sentite in materia, indicando, provocatoriamente ma con il supporto di analisi e dati empirici, un’inedita ricetta di sviluppo basata, tra l’altro, sull’interazione di alcuni elementi fondamentali, dall’innovazione nel settore terziario alla valorizzazione del capitale umano, dalla combinazione tra produzioni tradizionali e tecnologie dell’esperienza all’aumento degli investimenti nella ricerca da parte delle imprese.